Ecografia I Trimestre
Ecografia I Trimestre
ARGOMENTI
Quando si esegue l’ecografia del primo trimestre?
Il SSN prevede nel primo trimestre l’esecuzione di una sola ecografia. In realtà ritengo che sia importante eseguirne almeno due: una nelle prime settimane di gravidanza (intorno alla settima/ottava settimana) e una alla fine del primo trimestre (dodicesima settimana).
Nella prima ecografia infatti si controllerà:
• la localizzazione intrauterina della camera gestazionale, questo per escludere una eventuale gravidanza extrauterina.
• la presenza dell’embrione e del battito cardiaco
• si determinerà con precisione l’epoca gestazionale; Se la misura dell’embrione differisce di almeno una settimana rispetto a quella prevista sulla base dell’ultima mestruazione, si effettua per convenzione una ridatazione ecografica della gravidanza, con spostamento in avanti o indietro dell’età gestazionale attuale e della data presunta del parto. Se però la misura del feto non differisce di almeno una settimana, bensì solo di pochi giorni, rispetto a quella attesa, non si deve effettuare alcuna ridatazione perché in tal caso la differenza può rappresentare la normale variabilità osservabile tra embrioni della stessa età e può anche non dipendere da un concepimento più anticipato o ritardato del previsto.
• si verificherà l’assenza di eventuali patologie uterine o ovariche che possano complicare la gravidanza.
• Particolarmente importante è eseguire una ecografia a quest’epoca nelle gravidanze gemellari, perché è l’unico momento in cui è agevole fare diagnosi di corionicità e amnionicità, informazione fondamentale per la gestione corretta del benessere della paziente e dei feti.
Nell’ecografia successiva (12°-13° settimana) invece il feto è quasi completamente formato, e sarà possibile evidenziarne gli arti, le estremità, stomaco e vescica. In questo periodo è bene valutare la translucenza nucale e la presenza delle ossa nasali.
Come si esegue l’ecografia del primo trimestre?
L’ecografia si può eseguire sia per via addominale che per via transvaginale. Nelle prime settimane di gravidanza l’approccio è sempre transvaginale; questa metodica non è assolutamente dolorosa e non comporta nessun rischio per l’embrione. Permette di identificare la camera gestazionale e l’embrione più precocemente rispetto alla transaddominale e con più precisione. Va invece evitato nelle prime settimane l’uso del doppler per evidenziare il battito cardiaco e farlo ascoltare alla paziente; ci sono molti dati in letteratura che evidenziano come tale tecnica possa essere dannosa per l’embrione. È meglio osservare e far osservare alla mamma il battito cardiaco sullo schermo, essendo la pulsazione perfettamente riconoscibile già a partire dalla sesta settimana di epoca gestazionale. Alla fine del primo trimestre invece il primo approccio sarà sempre per via addominale, che è comunque da preferire quando si riscontrano fibromi o masse che potrebbero rendere difficoltosa la visualizzazione dell’embrione. A volte, comunque, in caso di scarsa ecogenicità tissutale materna o di spesso pannicolo adiposo, è necessario ricorrere alla metodica transvaginale.