Guida alla gravidanza fisiologica
Guida alla gravidanza fisiologica
ARGOMENTI
INTRODUZIONE
La gravidanza è un momento particolare della vita di una donna, a cui non sempre giunge preparata.
La donna presenta una serie di modificazioni psicologiche, funzionali ed estetiche, che non devono essere vissute come se la gravidanza fosse una "malattia": la gravidanza non deve essere considerata un impedimento alle comuni abitudini di vita.
VISITE ED ESAMI
Vanno effettuate ogni 4 settimane: in tale occasione il medico specialista rileva anche la pressione e il peso materni e prescrive gli esami ematochimici e le eventuali terapie da effettuarsi: i farmaci, se necessari, vanno assunti col parere del ginecologo, che indicherà quelli innocui in gravidanza. I dati principali vengono annotati dal medico sulla scheda della gravidanza. È importante instaurare un rapporto di fiducia col proprio ginecologo, che sarà disponibile per dialogare con la coppia su tutte le problematiche della gravidanza. È auspicabile che il medico specialista possa essere facilmente contattabile dalla gravida, in particolare qualora insorgano: - perdite ematiche rosse o marroni - contrazioni (anche solo un senso di peso come se l'utero spingesse in basso verso la vagina) - netta riduzione dei movimenti fetali (che insorgono verso la fine della gravidanza) - aumento della pressione arteriosa
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PRESSIONE ARTERIOSA
La pressione arteriosa è la pressione che esercita il sangue all’interno dei vasi. I valori che vengono presi come riferimento per misurarla sono due: la pressione massima (o sistolica), che si ha quando il cuore pompa il sangue nei vasi, e la pressione minima (o diastolica), che si ha quando il cuore ‘si riposa’. La pressione normale di un adulto è all’incirca 120 per la massima e 80 per la minima.
In gravidanza, una lieve ipotensione (pressione bassa) è un fenomeno naturale. Il sistema cardiocircolatorio subisce notevoli variazioni che influenzano anche la pressione e provoca una lieve diminuzione. In genere l'abbassamento della pressione è così minimo da non creare problemi. I valori-limite della pressione bassa sono soggettivi; in generale, però, quando la massima è superiore a 100mmHg, la futura mamma non avverte nessun disturbo. Al disotto di questa soglia, invece, possono comparire alcuni sintomi quali la perdita dell'equilibrio, la sensazione di testa vuota, le vertigini, annebbiamento della vista, la sudorazione fredda e talvolta anche la nausea.
Un buono stato di salute di mamma e feto è segnalato dai seguenti valori: da 110 a 140 per la massima e da 60 a 90 per la minima. Valori inferiori indicano un abbassamento, che va però considerato come un fatto positivo: significa, infatti, che il cuore e vasi sanguigni non sono sottoposti a un sovraccarico.
È invece la pressione alta che deve essere attentamente monitorata, soprattutto nella seconda parte della gravidanza, perché un suo innalzamento può mettere a rischio la salute della mamma e del feto; avvisare sempre il proprio ginecologo quando la P.A. supera i 140/90mmHg.
Con quale frequenza misurare la pressione in gravidanza? Non ci sono linee guida ufficiali, tuttavia è consigliabile misurare la pressione almeno ogni 15 giorni fino al termine del secondo trimestre, ed ogni 7 giorni a partire dal terzo trimestre. La rilevazione si può fare dal medico di famiglia, in farmacia o anche da sole a casa, se si ha l’apparecchio: l’importante è tenerla monitorata con costanza, in modo da accorgersi per tempo se si superano i valori limite.
NAUSEA E ACIDITA'
La nausea è frequente nel I trimestre, l'acidità nel III. Occorre non bere a digiuno, spezzare i pasti in più spuntini, evitare agrumi, alcool, dolci, caffè, bibite gassate (alcune gravide nel III trimestre si trovano bene nel bere Coca cola). Per la nausea sono abbastanza efficaci le vitamine del gruppo B; per l'acidità si possono usare tranquillamente i comuni anti-acidi.
STIPSI
La stipsi è solitamente presente in gravidanza, per fattori ormonali, ma può essere aggravata da diete sbilanciate/monotematiche e da stress/depressione: è importante concedersi tempo e ritualità nei pasti, in particolare a colazione, ed evitare uno stile di vita eccessivamente sedentario. Ma ancora più importante è l'alimentazione: occorre bere due litri d’acqua al giorno e seguire una dieta ricca di fibre, ovvero cibi integrali, verdura e frutta: di particolare efficacia il kiwi, ovviamente a digiuno. Nei casi più severi ci si può aiutare con supposte di glicerina, piccoli clisteri e lassativi a base di lattulosio.
VARICI
Le varici degli arti inferiori si verificano frequentemente nelle persone con familiarità per questa patologia. Concorrono al manifestarsi delle varici l'azione ormonale del progesterone e l'abitudine (o la necessità per lavoro) di mantenere la stazione eretta per lungo tempo. Per le varici degli arti inferiori è consigliato l'uso di calze elastiche compressive ed il riposo con le gambe leggermente sollevate rispetto al piano del letto. Nei casi più gravi è consigliabile effettuare un eco-color doppler degli arti inferiori e, se necessario, instaurare una terapia con anticoagulanti.
Anche le emorroidi si manifestano frequentemente in gravidanza; ciò dipende sempre dall' azione del progesterone sulle pareti venose e dalla frequente tendenza alla stipsi.
FUMO - ALCOOL - DROGHE
Il fumo durante la gravidanza determina nel I trimestre un aumento della abortività e nel III trimestre una flessione della crescita fetale: in gravidanza dunque occorre abolire il fumo o contenerlo a un massimo di 5 sigarette al giorno. Non determina invece alcun problema aver fumato prima della gravidanza. L'abuso di alcolici e di superalcolici può determinare iposviluppo fetale e danni al feto, mentre un bicchiere di vino o birra ai pasti è consentito. L'uso anche saltuario di droghe anche leggere può comportare seri rischi per il feto e pertanto ne va sempre informato il ginecologo.
LAVORO
La gravidanza comporta una riduzione della resistenza fisica e del grado di attenzione e concentrazione, ma se non ci sono singole controindicazioni mediche e se il lavoro non comporta eccessivo sforzo fisico o esposizione a sostanze nocive, la donna può proseguire la sua normale attività lavorativa fino al settimo mese o, su richiesta avvallata dal ginecologo, fino all'ottavo mese: in tal caso potrà fruire di un mese in più di astensione dal lavoro dopo il parto.
ASTENSIONE DAL LAVORO
Ogni lavoratrice dipendente in gravidanza ha il diritto e l’obbligo all’astensione dal lavoro nei due mesi precedenti la data presunta del parto e nei tre mesi successivi al parto.
Per chi lo desidera, se il decorso della gravidanza è fisiologico ed il lavoro non è pesante per la gravida, ci si può avvalere dell’opzione della “flessibilità”, che prevede l’astensione rispettivamente per un mese prima e quattro mesi dopo il parto.
In entrambi i casi un ginecologo del servizio sanitario nazionale deve rilasciare un idoneo certificato attestante l’epoca della gravidanza e l’eventuale nulla osta se viene richiesta la “flessibilità”. Il certificato deve essere richiesto e consegnato all’INPS tra 90 e 61 gg precedenti la data presunta parto, in busta chiusa, con allegato in duplice copia il modulo INPS che deve essere compilato dalla gravida.
Vi sono poi casi particolari per alcune categorie di lavoratrici o nel caso il congedo decida di chiederlo il partner, che richiedono diversa documentazione.
Per le gravidanze a rischio d’aborto o di parto prematuro è possibile richiedere l’astensione anticipata dal lavoro, generalmente dalla fine del primo trimestre, tramite opportuno certificato sempre di un ginecologo del servizio sanitario nazionale, che andrà consegnato all’Ispettorato del lavoro, e che non esime poi dal presentare il certificato INPS al 7° mese.
SPORT
Per le donne che non hanno mai praticato ginnastica o sport sono indicate passeggiate giornaliere per attivare la circolazione, la respirazione, la muscolatura addominale e la funzione intestinale. La ginnastica, in particolare lo stretching, è assai utile per il tono e il rilassamento dei muscoli. Evitare però i saltelli, tipici dei corsi di ginnastica aerobica. Tra gli sport ideale è il nuoto, mentre sono sconsigliati l'equitazione, il ciclismo, lo sci e il tennis e in generale le attività sportive agonistiche. E' consigliabile svolgere l'attività fisica all'aria aperta.
RAPPORTI SESSUALI
Se si escludono i casi di minaccia d’aborto o di parto prematuro, non esistono controindicazioni mediche a una normale vita sessuale, raccomandando solo al partner una maggiore delicatezza e nell’ultimo trimestre posizioni che non traumatizzino l’addome. Alcune donne non desiderano avere rapporti sessuali in gravidanza, perché temono che il feto ne soffra, perché sono stanche o perché non li ritengono piacevoli. Altre invece mostrano un aumento del desiderio sessuale, perché i rapporti sono sicuri e si può liberare tranquillamente la propria sessualità.
Una sana vita sessuale durante tutta la gravidanza favorisce l’intimità della coppia ed il legame madre-padre-bambino, riducendo il rischio per la donna di diventare poi solo mamma e non più compagna partecipe del suo uomo.
Inoltre nell’ultimo mese di gestazione rappresenta un valido aiuto alla preparazione dei tessuti molli e muscoli coinvolti nel parto. Infine negli ultimi giorni favorisce l’insorgenza delle contrazioni: infatti lo sperma contiene le prostaglandine, che sono gli induttori naturali del travaglio. Questo effetto lo si può ottenere presso il termine di gravidanza, quando le condizioni ostetriche sono “mature”: prima il sesso resta sicuro.
VIAGGI
Non sono controindicati, salvo i casi di minaccia d'aborto o parto prematuro, purchè non siano eccessivamente faticosi e la meta disponga di una vicina e adeguata assistenza ostetrica. Nell'ultimo mese è comunque bene non allontanarsi troppo dal luogo dove si vuole partorire. Per quanto riguarda il mezzo di trasporto, sono ottimi il treno, la nave e l'aereo: per questi ultimi due va segnalato che le compagnie pretendono un certificato medico che attesti che la paziente non presenti minaccia di parto prematuro (e comunque anche così alcune compagnie rifiutano di trasportare gravide nel III trimestre). L'automobile può essere usata per viaggi relativamente brevi, con un cuscino dietro la schiena per prevenire i dolori lombari e con soste di 10 minuti ogni 2 ore per riattivare la circolazione delle gambe. E' consigliabile l'uso della cintura di sicurezza a bandoliera anche se la legge ne consente l'esonero. Si sconsiglia la guida dell'auto negli ultimi due mesi, sia per l'aumento ponderale, sia per il rallentamento dei riflessi.
RIPOSO
Strettamente legato all'attività lavorativa e fisica è il tempo che si deve dedicare al riposo per mantenere un corretto equilibrio psicofisico. Nel primo trimestre di gravidanza si può accusare sonnolenza anche durante il giorno, mentre verso la fine della gravidanza può insorgere insonnia, a causa dei movimenti fetali, delle contrazioni uterine e dell'ansia per il parto che si sta avvicinando. Per la gravida sono necessarie 8 ore di sonno al giorno, per cui nei casi di insonnia occorre aiutarsi con una passeggiata prima di una cena moderata senza caffè finale, ma semmai una camomilla o una compressa di valeriana, e infine un bagno tiepido prima di coricarsi.
ABBIGLIAMENTO
I vestiti, specie nella seconda metà della gravidanza, devono essere comodi e pratici. La biancheria non deve essere anti-traspirante; il reggiseno deve sostenere, ma non costringere; la ventriera elastica (una mutanda con un sostegno a balconcino) che sostiene l'addome dal VI mese è molto utile nelle multipare o in presenza di feti grossi, ma anche per ridurre i dolori lombari; le calze autoreggenti devono essere sostituite dai collant e, per le donne con vene varicose, da calze elastiche specifiche (collant a compressione graduata, di 12-14 mm di Hg alla caviglia); le scarpe devono essere comode, evitando i tacchi alti e sottili, specie considerando la tendenza dei piedi a gonfiarsi nell'ultimo trimestre.
IGIENE PERSONALE
Bagno o doccia non trovano controindicazioni in gravidanza. Per l'igiene intima utilizzare acqua tiepida e detergenti a pH acido. Per prevenire l'insorgenza di smagliature è utile, dal IV mese, l'applicazione quotidiana sull'addome e sul seno di creme elasticizzanti o di olio di mandorla o di germe di grano. La cosmesi può essere eseguita come di norma, evitando però prodotti contenenti ormoni. I capelli devono essere lavati almeno una volta alla settimana; sono permesse le ondulazioni permanenti a freddo e l'hennè, mentre sono sconsigliate le tinture con fissanti chimici. La cura dei denti va effettuata come di norma, avvisando ovviamente il dentista dell’attuale stato gravidico.
MASSAGGIO DEL PERINEO
Il perineo è quella regione anatomica contigua ai genitali esterni, costituita da tessuti molli e muscoli, che verrà coinvolta nel trauma del parto vaginale col rischio di lacerazioni. Per evitarle il medico, se lo ritiene necessario, effettua appena prima della fuoriuscita della testa un taglietto dei tessuti perineali (episiotomia), che verrà poi ricucito (episiorrafia). Il massaggio perineale ha lo scopo di rendere la donna consapevole di una parte del suo corpo con cui ha poca confidenza e dimestichezza, abituare la donna alla pressione in quella zona e rendere quei tessuti più elastici: quest'ultimo risultato riduce la necessità al ricorso all'episiotomia e/o riduce le lacerazioni da parto. Il massaggio viene effettuato nell'ultimo mese di gravidanza, giornalmente, con un poco d'olio e due dita della donna o del compagno che delicatamente poste appena all'interno della vagina e posteriormente la distendono con un lento movimento oscillante destra-sinistra e ritorno, spingendo lievemente verso il basso e l'esterno il bordo vaginale così ottenuto. Per meglio comprenderlo la gravida può chiedere spiegazioni al ginecologo o all'ostetrica.
CORSI DI PREPARAZIONE AL PARTO
Effettuati nell'ultimo trimestre di gravidanza, sono importanti perchè offrono alla coppia un primo contatto con l'ambiente che ospiterà l'evento parto e un valido supporto psicologico e informativo. Vanno prenotati spesso con largo anticipo.
ULTIMO MESE
Occorre contare 10 movimenti fetali al giorno e misurare la pressione con frequenza maggiore, anche un paio di volte a settimana. Dalla 38° settimana si effettuano i tracciati cardiotocografici (monitoraggi).
SEGNALI FALSI E VERI DEL TRAVAGLIO
Non esistono regole fisse che preannuncino l'inizio del travaglio. Ci sono tuttavia alcuni segnali che possono indicare che il bimbo nascerà presto:
- La perdita del tappo mucoso non provoca dolore e perciò può passare inosservata. Il tappo mucoso è costituito dal muco che fino a quel momento chiudeva il collo dell'utero isolando la cavità uterina dall'ambiente esterno. Si tratta di una perdita di consistenza gelatinosa (più densa delle perdite vaginali che compaiono in gravidanza) e può essere striata di rosa o di rosso. La presenza di gocce di sangue è dovuta alla rottura dei vasi capillari che si verifica quando l'utero comincia a dilatarsi.
- La comparsa di doloretti simili a quelli mestruali che coinvolgono anche la parte bassa della schiena: è probabile che il travaglio abbia inizio nel giro di qualche giorno.
- Le contrazioni preparanti (contrazioni di Braxton-Hicks) compaiono a intervalli irregolari ed in genere non sono ravvicinate tra loro (in alcuni casi, però, possono presentarsi anche a intervalli di 5-10 minuti) e possono cessare all'improvviso. Si tratta di una fase preparatoria, molto utile prima del travaglio, che può durare in alcuni casi anche qualche giorno.
- Le contrazioni del travaglio di parto si susseguono a intervalli regolari di tempo, all'inizio ogni 10 minuti circa, poi con frequenza sempre più ravvicinata ed intensità crescente. Diventano progressivamente sempre più dolorose, a differenza delle contrazioni preparanti. Il passaggio dall'attività preparante al travaglio di parto non è sempre netto. Le contrazioni del travaglio possono essere facilmente riconosciute per le loro particolari caratteristiche: una volta iniziate, non si interrompono; hanno pause regolari e sempre più brevi. Un'altra caratteristica che contraddistingue le contrazioni del travaglio di parto è rappresentata dal fatto che il dolore provocato dal continuo e progressivo "stiramento" della muscolatura del collo dell'utero scompare tra una contrazione e l'altra.
QUANDO ANDARE IN OSPEDALE
Misurate frequenza e durata delle contrazioni alla loro comparsa, usando un orologio.
La frequenza va controllata misurando l'intervallo tra una contrazione e quella successiva.
La durata è l'intervallo di tempo che va dall'inizio alla fine di ogni singola contrazione. Nelle fasi iniziali del travaglio la contrazione dura 15-20 secondi. É consigliabile andare in ospedale quando le contrazioni si succedono a circa una distanza di 5-10 minuti e quando hanno una durata di 40-50 secondi circa.
LE DUE FASI DEL TRAVAGLIO
La prima parte del travaglio è in genere più lunga, mentre gli ultimi "centimetri" di dilatazione vengono raggiunti rapidamente. Le contrazioni si intensificano con l'approssimarsi della nascita. Quando la dilatazione del collo dell'utero è attorno agli 8-10 centimetri le contrazioni possono essere molto intense e ravvicinate. La fase finale del travaglio ha generalmente una durata variabile, da 30 minuti a due ore, ed è quella la più difficile da sopportare perché le contrazioni sono molto ravvicinate. Quando la dilatazione del collo dell'utero è completa e la circonferenza del collo combacia con la circonferenza della testa del bambino inizia la fase espulsiva, ossia quella delle spinte.
OCCORRENTE PER LA MADRE DURANTE LA DEGENZA
Documenti: libretto sanitario, scheda della gravidanza, ecografie, gruppo del sangue, ultimi esami. Indumenti: camicia da notte aperta davanti fino alla vita, reggiseno per allattamento, coppette assorbilatte, guaina o panciera , mutande di carta, assorbenti igienici, occorrente per l'igiene personale.
NON INDUGIATE A RECARVI IN OSPEDALE SE...
-si rompono le membrane.
-compare un'emorragia (perdita di sangue pari o superiore ad una mestruazione): può essere dovuta ad un distacco di placenta che va affrontato subito.
-siete in preda all'ansia. Molte gestanti preferiscono trascorrere a casa la maggior parte del travaglio, altre si sentono più sicure in ospedale. L'importante è sentirsi tranquille.
-I movimenti fetali si sono sensibilmente ridotti o non si apprezzano più.
PUERPERIO
Corrisponde ai primi 40 giorni dopo il parto. E' utile sapere che:
- le lochiazioni ematiche dopo il parto hanno una durata molto variabile (in media 10 giorni)
- in tale periodo si può fare la doccia, ma non il bagno
- per l'igiene intima si possono usare i normali detergenti
- i fili di sutura che non vengono rimossi alla dimissione dall'ospedale si riassorbono da soli
- le emorroidi traggono giovamento da pomate specifiche e impacchi freddi; in caso di prolasso delle emorroidi è meglio utilizzare prima acqua tiepida per ammorbidirle e poterle riposizionare all'interno del retto con una leggera pressione, infine acqua fredda per tonificare, disinfiammare e provocare vasocostrizione. In ogni caso è bene evitare la vita sedentaria e lo stare in piedi fermi troppo a lungo
- la ginnastica è assai utile per combattere sia il sovrappeso sia il rilassamento dell'addome
- i rapporti sessuali possono essere ripresi dopo circa 40 giorni; le prime volte possono essere fastidiosi: occorre non scoraggiarsi, essere rilassate nella psiche e nella muscolatura, dilungarsi nei preliminari per consentire una buona lubrificazione vaginale o aiutarsi con gel intimi
- la prima mestruazione dopo il parto può arrivare dopo circa 40-80 giorni nelle donne che non allattano; in quelle che allattano dopo alcuni mesi o anche 40-50 giorni dopo la fine dell’allattamento
- la visita ginecologica di controllo si effettua dopo circa 40 giorni dal parto